GERDA TARO

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GERDA TARO

Vito Zingale Photo
Pubblicato da Vito Zingale in Grandi Fotografi · 9 Dicembre 2017
Tags: GerdaTaroFotografareporter
Fu una fotoreporter, la prima giornalista di guerra a cadere durante l'espletamento della sua professione. Entra nella Storia della fotografia soprattutto per i suoi reportage realizzati durante la Guerra di Spagna ove morì giovanissima. Gerda Taro, il cui vero nome era Gerta Pohorylle, nasce da una famiglia di ebrei polacchi. Nonostante le sue origini borghesi, giovanissima entra a far parte di movimenti socialisti e lavoratori. Per questo motivo e per la sua origine ebraica l'avvento del nazismo in Germania le crea molti problemi. Finisce in carcere in quanto attiva nel Partito Comunista tedesco e subito dopo decide di scappare con un amico a Parigi.
A Parigi conosce l'ungherese Endre Friedman, anch'egli ebreo e comunista, che sbarca il lunario facendo il fotografo. Endre e Gerda si fidanzano; Endre le insegna ciò che sa sulla fotografia.  
Insieme, un po' per sfida, un po' per opportunità, inventano il personaggio “Robert Capa”, un fantomatico celebre fotografo americano giunto a Parigi per lavorare in Europa. Grazie a questo curioso espediente la coppia moltiplica le proprie commesse e guadagna parecchi soldi. Una miliziana repubblicana mentre si addestra sulla spiaggia di Barcellona(agosto 1936). Nel 1936 entrambi decidono di seguire sul campo gli sviluppi della guerra civile spagnola, guerra che inciderà parecchio sulla vita dei due. Giunti in Spagna divennero immediatamente importanti testimoni della guerra, realizzando molti reportage pubblicati in periodici come "Regards" o "Vu." Nota fra le milizie antifasciste per la sua freschezza, coraggio ed eccezionale bellezza, rischiò sempre la vita per realizzare i propri servizi fotografici. All'inizio il marchio "Capa-Taro" fu usato indistintamente da entrambi i fotografi. Successivamente i due divisero la 'ragione sociale' -CAPA- e Endre Friedman adottò definitivamente lo pseudonimo Robert Capa per sé.
Gerda realizzò, in un periodo in cui Capa era per alcuni giorni a Parigi per rapporti con le agenzie, il suo più importante reportage durante la battaglia di Brunete. Al ritorno dal fronte di Brunete, Gerda Taro perse la vita a causa di un terribile incidente. Gerda viaggiava aggrappata al predellino esterno della vettura del generale polacco Walter Swierckinsky, colma di feriti; Walter fu un noto Comandante delle Brigate Internazionali. Ad un certo punto, aeroplani tedeschi volarono a bassa quota sul convoglio repubblicano mitragliandolo, seminando il panico e provocando il caos fra i vari veicoli fra i quali quello della reporter. Un carro armato repubblicano amico urtò, nel trambusto generale, l'auto alla quale era aggrappata Gerda che cadde sotto i cingoli del tank restando schiacciata. Gerda aveva 26 anni (1911-1937).
Il suo corpo fu traslato a Parigi e accompagnato da 200mila persone fu tumulato al Père Lachaise con tutti gli onori dovuti ad un'eroina repubblicana. Allo scultore Alberto Giacomettivenne chiesto di realizzare il monumento funebre. Pablo Neruda e Louis Aragon lessero un elogio 'in memoriam'. Il suo compagno Capa non si riprese mai più dalla morte della dolce e vivacissima Gerda, prima donna reporter a morire sul lavoro. Da allora anch'egli rischierà sempre la morte sul lavoro, incontrandola poi nel 1954 nella guerra di Indocina. Un anno dopo la morte di Gerda, nel 1938, Robert Capa pubblicherà in sua memoria "Death in the Making", riunendo molte foto scattate insieme. Nel 1942 il regime collaborazionista fascista francese censurò l'epitaffio inciso sulla tomba di Gerda, epitaffio mai più restaurato. La tomba, dopo le modifiche occorse nel 1953, è accessibile da un viottolo posteriore, quindi posta "alla rovescio" rispetto a quando fu costruita. La tomba di Gerda Taro fu l'unica ad essere violata dalla mano nazi-fascista, forse per l'influenza che la giovane rivoluzionaria, caduta nella guerra contro il fascismo, ancora esercitava sulla crescente Resistenza francese.
Rimasta a lungo nell'ombra del più noto fidanzato Robert Capa e relegata al ruolo di sua compagna, dalla metà degli anni 1990 Gerda Taro è oggetto di interesse storico per il suo ruolo di giovanissima donna contro-corrente, rivoluzionaria militante sino al sacrificio massimo e protagonista della storia della fotografia e della Resistenza al fascismo.







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